10 cose che non sapevi su Fernando Botero

Un’introduzione alla vita di Botero, uno degli artisti più conosciuti del Sudamerica, le cui pitture e sculture affrontano argomenti che spaziano dagli “Antichi maestri”, alla corrida, alla vita domestica.

 

1. La vita dell’artista iniziò in maniera difficile

Botero nasce nel 1932 a Medellin, in Colombia. Situata in una valle delle Ande, Medellin all’epoca era una città relativamente piccola e isolata. Suo padre, David, era un venditore ambulante che morì all’età di soli 40 anni, lasciando un figlio di quattro anni (Botero), due suoi fratelli e sua madre (che lavorava come sarta), nella miseria.


Fernando Botero, La famiglia, 1966


2. Venne iscritto a una scuola per diventare torero

Botero cominciò a disegnare e dipingere acquerelli sin da bambino. Nel 1944 uno zio, che aveva assunto un ruolo importante nella loro vita famigliare dopo la morte di suo padre, lo iscrisse ad una scuola di formazione per diventare torero. Non si era reso conto che, in realtà, suo nipote era più interessato a disegnare e dipingere i tori che a combatterli. Nel 1948, quando egli aveva solo 16 anni, pubblicò le sue prime illustrazioni in uno dei giornali più importanti di Medellin. Tre anni dopo tenne la sua prima esposizione personale a Bogotà.


Fernando Botero, La cornada, 1988


3. Lo studio degli Antichi maestri è stata una rivelazione per l’arte di Botero

Compiuti 20 anni, dopo aver vinto il secondo premio nel Salone Internazionale di Artisti di Bogotà, Botero in compagnia di un gruppo di altri artisti, comprò un biglietto per un viaggio in nave direzione Europa.

Per un anno a Madrid, egli trascorse le sue giornate a copiare i grandi maestri del Museo del Prado.

Dopo, si trasferì a Parigi e successivamente a Firenze per studiare i grandi maestri del Rinascimento italiano. Questo rappresentò un periodo di rivelazione per l’artista, che fino a quel momento aveva visto l’arte europea solo attraverso delle riproduzioni. Sebbene Botero, sia stato iscritto a scuole d’arte per brevi periodi durante questi primi anni, egli si considerava principalmente un autodidatta.


Fernando Botero, Battista Sforza (dopo Piero della Francesca), 1998


4. La sua rivelazione artistica avvenne con un mandolino

La prima ispirazione artistica venne dall’America Latina e dall’Europa. I muralisti messicani, così come i maestri spagnoli Pablo Picasso e Juan Gris, furono tra i primi a risvegliare l’immaginazione creativa di Botero. A differenza di Picasso, la cui svolta cubista è arrivata dopo aver sperimentato la costruzione di una chitarra, per Botero il suo momento di rivelazione avvenne con un mandolino.

Nel 1956, mentre viveva a Città del Messico, Botero dipinse un mandolino con un foro di risonanza insolitamente piccolo, il che permise allo strumento di assumere improvvisamente delle proporzioni esagerate. Così iniziò la sua esplorazione del volume, che seguirà per tutta la sua vita.

 

Fernando Botero, Natura Morta con mandolino, 1957-1958 c.

5. Botero non dipinge “persone grasse” - dipinge il volume

Botero è conosciuto in tutto il mondo per il suo stile unico, che incorpora figure e oggetti rotondi e stravaganti che sono spesso intrisi di una sottile satira. Manipolando lo spazio e la prospettiva, egli attira l’attenzione sulla monumentalità delle sue figure, mostrandole in spazi che sembrano troppo piccoli per contenerle.

Egli è sempre stato fermo nell’affermare che non “dipinge persone grasse”, quello che è intenzionato a rappresentare, è il “volume” e la “sensualità della forma”. Così sviluppò lo studio delle forme plastiche in soggetti spesso molto diversi come: il circo, le reinterpretazione dei Vecchi Maestri, i nudi, le scene di strada latinoamericane, la vita domestica, i bordelli e i ritratti di personaggi politici.

 

Egli affermò: “Non dipingo donne grasse. Nessuno ci crederà, ma è vero. Ciò che io dipingo sono volumi. Quando dipingo una natura morta dipingo sempre un volume, se dipingo un animale lo faccio in modo volumetrico e lo stesso vale per un paesaggio. Sono interessato al volume, alla sensualità della forma. Ho sempre quest’idea del volume e non ho una ossessione per le donne”. 

 

6. Botero ha raccolto -e anche donato- centinaia di opere d’arte

Tra il 1990 e il 2000, ha donato più di 300 opere, sia sue sia di maestri europei del XIX e del XX secolo, al Museo di Antioquia a Medellin, nonché alla Banca della Repubblica a Bogotà. Questa ultima collezione divenne quello che oggi è conosciuto come il Museo Botero.

 

7. Dei terroristi fecero saltare in aria una scultura di Botero

Nel 1994 fu vittima di un rapimento mal riuscito, e nel 1995 un gruppo di terroristi decise di piazzare una bomba sotto una sua scultura Pajaro, che aveva donato alla città di Medellin. L’attacco, avvenne durante un festival musicale, uccidendo 23 persone e ferendone 200. La risposta di Botero fu quella di donare La Paloma della Pace alla città di Medellin, una scultura che adesso si trova accanto ai resti in frantumi dell’opera precedente.


La scultura Pajaro e la scultura La Paloma della Pace a Medellin


8. L’arte di Botero ha una risonanza politica

Anche se egli sostenne che “l’arte deve essere un oasi, ossia un luogo dove rifugiarsi dalla durezza della vita”, il suo lavoro spesso è stato visto come fortemente politico.

A partire dagli anni ’90, egli dipinse una serie di dipinti basati sulla violenza legata alla droga in Colombia. Come il dipinto, “La morte di Pablo Escobar”, nel quale egli raffigura il barone della droga colpito a morte dalla polizia.

In risposta alla violenza del narcotraffico nel suo Paese, nel 2000 Botero ha dichiarato: “Il dramma colombiano è così sproporzionato che oggi la violenza, i migliaia di sfollati e i morti, le processioni di bare non possono essere ignorate. Contro tutti i miei principi ho dovuto dipingere [la violenza].” Più tardi, produsse una serie intitolata Abu Ghraib, incentrata sulle torture dei prigionieri iracheni.


Fernando Botero, La muerte de Pablo Escobar, 1999


9. Le sue sculture adornano spazi pubblici di tutto il mondo

Insieme alle numerose sculture di Botero che possono essere ammirate presso la sua città natale, altre possono essere viste per le strade di New York, Parigi, Barcellona, Madrid, Gerusalemme, Bamberg in Germania e Yerevan in Armenia.

Una grande retrospettiva iniziò a Pechino per arrivare poi fino a Shangai, testimonianza del fascino internazionale del suo lavoro.


Foto tratta da: Radionacional

 

10. Non mostra segni di rallentamento

A metà degli anni Ottanta, l’artista, sposato da più di 40 anni con Sophia Vari, scultrice e disegnatrice di gioielli stile antica Grecia, continua a lavorare instancabilmente. La domanda per i dipinti e le sculture di Botero rimane forte, come testimoniano i prezzi delle opere vendute.

 

Ecco il nostro video: 



Articolo tradotto


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