10 curiosità sul pittore surrealista Salvador Dalì
Salvador Dalí è senza dubbio una delle figure più influenti dell'arte contemporanea. Conosciuto per il suo genio, la stravaganza e l’irriverenza. Alla sua morte nel 1989, Dalí aveva costruito un'eredità straordinaria che includeva non solo i suoi famosi dipinti surrealisti, ma anche sculture, film, fotografie e molto altro. Eccentrico sin dall'infanzia, era anche una persona estremamente ambiziosa e un maestro dell'autoproduzione. Diamo un'occhiata ad alcuni fatti sorprendenti che riguardano la vita del pittore spagnolo.
1) Anche suo fratello maggiore si chiamava Salvador
Prima della nascita del Dalì che conosciamo oggi, sua madre aveva dato alla luce un altro figlio. Il bambino però era nato malato e morì quando aveva solo 22 mesi. Così quando nacque Dalì egli ereditò il suo nome (un evento che era già stato vissuto anche da Vincent Van Gogh).
Aveva solo 5 anni quando i suoi genitori gli dissero che era la reincarnazione di suo fratello maggiore. Mantenne questa convinzione per tutta la sua vita. Lo stesso Dalí definiva il fratello defunto "una prima versione di me stesso, ma secondo una concezione troppo assoluta".
Suo fratello maggiore sarebbe apparso successivamente nei suoi lavori, come in “Ritratto di mio fratello morto”del 1963.
Salvador Dalì, Ritratto di mio fratello morto, 1963 |
2) La sua matrigna era anche sua zia.
Quando la madre di Dalì morì suo padre si sposò con la sorella di lei. Dalí non si risentì per questo matrimonio, perché aveva un grande amore e rispetto per sua zia.
Ritratto in bianco e nero di Salvador Dali del 1939. |
3) I famosi baffi di Dalì sono stati ispirati da due personaggi
I suoi famosissimi baffi erano ispirati a Josep Margarit, un militare catalano il cui ritratto era appeso nella casa di suo padre, inoltre erano un omaggio al pittore andaluso Diego Velazquez. Anche se, bisogna dire, che Dalì li portò all’estremo.
I due ritratti di Josep Margaret e Diego Velazquez |
4) Federico Garcia Lorca si innamorò di lui
Dopo una lunga amicizia, che iniziò quando erano ancora studenti, Lorca si innamorò del pittore. Dopo molte esitazioni, Dalì finì per respingerlo. Questo rapporto è iniziato quando entrambi, insieme a Luis Buñuel, erano studenti universitari e iniziarono a sviluppare i loro talenti artistici nella Spagna conservatrice negli anni '20 è narrato all’interno del film Little Ashes del 2008.
Sulla sinistra il film Little Ashes del 2008 e le fotografie che mostrano Salvador Dalì con Garcia Lorca |
5) Dalì ebbe un matrimonio insolito
Quando nel 1929 Dalì conobbe la sua amata Gala (Elena Ivanovna Diakonova), lei era ancora sposata con il poeta surrealista Paul Eluard. Una relazione amorosa che si sviluppò rapidamente, che portò al divorzio di Gala ed Eluard. La coppia si sposò con rito civile nel 1934, nonostante l’insoddisfazione della famiglia di Dalì, per aver sposato una vecchia divorziata russa di dieci anni più grande di lui. Rimasero insieme fino alla morte della donna, nonostante le sue numerose avventure extraconiugali. Nel 1969, Dalì le acquistò un castello catalano a Pùbol (Spagna), specificando che avrebbe potuto visitarla solo se lo avesse ricevuto un suo invito per iscritto. La loro collaborazione fu così importante che spesso Dalì firmava i quadri con i nomi di entrambi.
Dalí ha scritto: "Luciderei Gala per farla risplendere, per renderla il più felice possibile, prendendomi cura di lei più che di me, perché senza di lei tutto finirebbe".
6) Fu cacciato dalla facoltà di Belle Arti
Dimostrando di essere sempre stato un ribelle, Dalí fu espulso dalla scuola d'arte, non una, ma due volte. Mentre studiava all'Accademia di Belle Arti di Madrid, Dalí era noto per un comportamento e abbigliamento eccentrico. La sua prima espulsione fu nel 1923, a causa di una protesta studentesca. Successivamente, dovette affrontare una seconda espulsione poco prima delle prove finali nel 1926. Durante un esame gli chiesero riguardo il pittore e architetto Raffaello Sanzio. Dalì gli rispose che lui conosceva l’argomento più della commissione che lo stava esaminando, e che non erano degni di ascoltarlo, per questo motivo fu immediatamente espulso. Ma tutto questo non lo fermò: quello stesso anno si recò per la prima volta a Parigi e incontrò il suo idolo, Pablo Picasso.
7) Lavorò con Walt Disney
Il cortometraggio, fu creato nel 1946 da Dalì e Walt Disney. Fu proprio quest’ultimo a suggerire a Dalì di fare un lavoro di animazione intitolato “Destino”. Questo progetto fu però abbandonato per mancanza di fondi. Nel 1999 però la produzione venne ripresa da Roy E. Disney, nipote di Walt Disney. Il corto lungo 6 minuti è ispirato alla canzone di Armando Rodriquez e racconta la storia di una ballerina attraverso un viaggio surreale ambientato in paesaggio desertico.
Fotogramma tratto dal corto Destino, 2003 (collaborazione tra la Disney e Salvador Dalì) |
8) Non ho mai usato droghe
Sebbene i dipinti surrealisti e il comportamento eccentrico di Dalí sembrino affermare il contrario, l'artista non ha mai utilizzato alcun tipo di sostanza per alterare la sua percezione della realtà. Difatti, l'artista una volta affermò: “Non prendo droghe. Sono una droga ”.
Bisogna dire però che per stimolare la sua creatività, nei primi anni '30 utilizzò un metodo denominato critico-paranoico. Ovvero un “metodo spontaneo di conoscenza irrazionale basato sull'oggettività critica e sistematica delle associazioni e interpretazioni dei fenomeni deliranti”.
Questo gli permetteva di accedere al suo subconscio. Uno di questi metodi era fissare un oggetto particolare finché non si trasformava in un'altra forma, innescando una sorta di allucinazione.
Salvador Dalì, Gioco lugubre (1929) |
9) Aveva una strana ossessione per Hitler
Dalì cominciò ad essere ossessionato dalla figura di Hitler intorno al 1939. In un occasione disse “Sogno costantemente Hitler, nello stesso modo in cui gli uomini sognano le donne”.
All’interno del dipinto “L’enigma di Hitler” la figura del dittatore viene interpretata secondo il simbolismo di Dalì. Per il gruppo degli artisti surrealisti, di cui faceva parte, la rappresentazione di Hitler venne considerata inaccettabile, quindi decisero di espellerlo, accusandolo di glorificare il dittatore. Tuttavia, Dalí ha sempre negato di essere un simpatizzante del nazismo.
Salvador Dalì, L' Enigma di Hitler, 1939. |
10) Morì ascoltando il suo disco preferito
Dalì morì il 23 di Gennaio del 1989 per un un arresto cardiaco, mentre ascoltava il suo album preferito: “Tristano e Isotta” di Richard Wagner. Fu sepolto nella cripta di Figueres, situata nel suo teatro-museo, di fronte alla chiesa di Sant Pere, dove era stato battezzato e aveva fatto la sua prima comunione.
Ogni mattina, al risveglio, provo un piacere sublime: quello di essere Salvador Dalì!”
Salvador Dalì
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